Patologie del Piede

Dott. Massimo Neri

Medico Chirurgo
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Casa di Cura "S. Giorgio"
Pordenone

 


L' Alluce Valgo

L’alluce valgo metatarso-falangeo è patologia piuttosto frequente, maggiormente nelle donne.
Esso si manifesta con la deviazione del 1° dito verso l’esterno e del 1° metatarso verso l’interno con la caratteristica sporgenza sottocutanea della sua  “testa”.
La deformità è progressiva, si associa a dolore e spesso ad irritazione della cute per conflitto con la calzatura.
Non infrequentemente all’alluce valgo sono collegate altre patologie dell’ avampiede ed in particolare il 2° dito a martello e la metatarsalgia 2^ .
L’intervento chirurgico deve poter correggere la deviazione in varo del 1° metatarso e riequilibrare quelle forze che altrimenti tenderebbero a mantenere il dito in valgo.
Per far ciò si esegue (in anestesia periferica e tramite un’unica incisione cutanea di pochi centimetri) una osteotomia “triplanare” (sec. Austin) della testa del 1° metatarso.
L’osteotomia è stabilizzata dall’uso di una piccola vite che, non essendo dotata di testa, ha la possibilità di essere affondata completamente nell’osso rendendo così assolutamente improbabili fenomeni di intolleranza o la necessità della sua rimozione.
A questa prima fase segue il tempo sulle parti molli (capsula e tendini), un riequilibrio articolare che avviene allentando quelle strutture che tirano il dito verso l’esterno e ritenzionando quelle che si trovano sul versante mediale.
Già al termine dell’intervento la paziente può camminare utilizzando un’ apposita calzatura.

Oltre questa metodica, in questi ultimi anni, si è diffusa in Italia la tecnica percutanea che tramite piccole incisioni, utilizzando frese ad alta velocità (sotto controllo radioscopico) asporta la parte prominente mediale ed esegue una osteotomia della testa del 1° metatarso nonchè una resezione ossea della 1^ falange dell' alluce.
Ritengo doveroso sottolineare che questo trattamento, solo apparentemente semplice, non è scevro da possibili problemi.
La tecnica percutanea è infatti certamente poco invasiva sulla cute ma tutt' altro che mini invasiva sui tessuti profondi dove
l' impiego delle frese ad alta velocità può determinare lesioni dei tessuti molli (nervi, tendini,...) e del tessuto osseo.
Per quanto riguarda invece la correzione della deformità c'è da osservare che per ottenere con la metodica percutanea una correzione simile alla Austin si deve eseguire un' ampia asportazione della porzione mediale della testa del 1° metatarso (che spesso rende l' articolazione poco congruente) ed associare all' osteotomia distale del 1° metatarso anche quella della 1^ falange dell' alluce (cosa che porta molto spesso ad un evidente accorciamento del 1° raggio con conseguente possibile sovraccarico dei metatarsi vicini).
Per di più, la mancanza di fissazione stabile (fondamento ideologico della percutanea) può determinare nella metodica percutanea una ritardata o mancata o, molto frequentemente, viziosa consolidazione delle osteotomie con una correzione sicuramente molto meno precisa rispetto alla classica Austin.
C' è inoltre da dire che utilizzando la percutanea i tempi di guarigione non sono significativamente ridotti rispetto alla Austin, tecnica questa che anzi si dimostra sicuramente più affidabile riguardo la consolidazione dell' osso, la mobilizzazione articolare precoce e la concessione della ripresa completa delle attività del paziente.
Visto quindi l' approccio biomeccanico, le tempistiche e la qualità della guarigione nonchè le possibili complicanze (ben difficili da riparare) personalmente ritengo di continuare a consigliare l' osteotomia di Austin (stabilizzata con una vite in titanio a doppio filetto) per la correzione dell' Alluce Valgo.

 

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